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Compie vent'anni il simbolo dello stile Lapalma e si veste di nuovi colori

Buon compleanno LEM!

“Un anello che fluttua nell’aria”. “Spazio all’interno del mobile, mobile all’interno dello spazio”. Così descrivevamo LEM nel 2000, anno della presentazione al Salone del Mobile di Milano, Shin & Tomoko Azumi, ideatori con Lapalma di uno sgabello che è diventato nel tempo simbolo dello stile e del saper fare dell’azienda veneta.
 
Oggi LEM compie vent’anni. Lo fa spegnendo oltre un milione di candeline, quanti sono gli esemplari di questo simbolo del design contemporaneo venduti nel mondo. Lo fa vestendosi di sei nuovi colori che reinventano il mito di un successo che ha cambiato l’identità di ogni ambiente, dall’ufficio alla casa, alla più alta ristorazione.

Dai primi bozzetti dello sgabello presentati da Shin & Tomoko Azumi ai fratelli Marcato, fondatori e titolari di Lapalma alla fiera IMM di Colonia del 1996, al debutto officiale al Salone del Mobile 2000, fino all’acquisizione nella collezione permanente del Victoria & Albert Museum nel 2008 e ai numerosi riconoscimenti ottenuti, vi accompagnano alla scoperta di questo straordinario straordinario pezzo, sintesi tra cultura giapponese e tecnologia italiana. E della sua eleganza misurata e senza tempo, protagonista di importanti progetti in tutto il mondo, tra cui il Münich Bmw Museum, lo Schipol Airport (NL), la Library of Birmingham e gli HQ di Google in Giappone.

Per festeggiare i 20 anni di LEM, l'azienda veste lo sgabello di nuovi colori. Non più solo bianco e nero, gli assoluti con cui è stato presentato nel 2000, ma sei nuove tonalità raffinatissime e originali: verde oliva, caffè, mattone, celeste, tortora e perla
 
“Realizzare un pezzo unico e un’unica saldatura del telaio sembrava una sfida impossibile” spiega Romano Marcato, fondatore e titolare di Lapalma col fratello Dario.  “Abbiamo lavorato intensamente per trovare i parametri di piegatura, quella precisione millimetrica che dà origine all’assoluta semplicità di LEM.”
Oggi ci vogliono cinquanta secondi per sagomare la linea continua e acrobatica che lo caratterizza e ne definisce tuttora l’unicità, nonostante i tanti tentativi di imitazione. Forse l’unico prezzo da pagare quando si crea un segno della contemporaneità.